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sabato 2 giugno 2012

IN QUESTA SPLENDIDA FESTA DI MORTE

SEI PASSI NEL CONTINUUM

 
LA VISIONE

Poi ad un certo punto arriva: la visione, voglio dire. Ti coglie all’improvviso, come un pensiero. Un soffio dentro la sostanza morbida dei pensieri.
Immaginate un lampo. Un rapido flash dove compare una scena: un uomo rasato a zero  a torso nudo, girato di spalle, la pelle tatuata di numeri 3 incisi a sangue, dentro una stanza buia che guarda fuori dalla finestra. Come se stesse spiando qualcosa, qualcuno. Sul vetro sporco, è posato un insetto. Una grossa vespa di colore scuro…
Chi può essere quell’uomo? Cosa sta facendo? E perché?
Dalle risposte a quelle tre domande sono nati due romanzi: Il cerchio muto prima. 




E adesso, il suo prequel: che (paradossalmente, direte voi) ho intitolato Continuum. Qualcosa che continua da prima, arrivando comunque dopo, dà l’idea dell’inderogabilità, e non solo del male (del suo soffio già). Ma anche dell’inevitabilità di tutte le cose, compreso l’amore. 
La Passione che ci pervade giorno per giorno per qualcosa che non passa, la febbre che arde il nostro cuore e che ci fa sudare la mente consumando malinconie e sorrisi. Così come la paura. Ci forma qualcosa dentro, che si espande e cresce, fino a proiettarsi all’esterno. Un soffio silenzioso che colpisce e si propaga. Che non resta confinato. Un contagio dell’anima.  Proprio come può essere e provocare, a volte, un libro. Quando è folle e sincero. Come questo. Un soffio che continua.
Benvenuti in questa splendida festa di morte, fratellini.


 

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